
Francesco Coco

Il Secolo XIX, 9 Giugno 1976
Corriere Mercantile, 10 Giugno1976
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(cognome, nome e
professione) |
Francesco Coco, Procuratore generale della Repubblica di Genova |
(luogo e
data di
nascita) |
Terralba (CA), 12 dicembre 1908 |
(luogo e
data
dell'attentato) |
Genova, 8 giugno 1976 |
(luogo e
data di morte) |
Genova, 8 giugno 1976 |
(descrizione
attentato) |
Due commando, composti da 3 e 2 uomini armati di pistole,
compiono la strage agendo separatamente, ma simultaneamente.
Il primo gruppo spara al giudice Coco nei pressi della sua
abitazione, uccidendolo insieme all’agente di scorta Giovanni
Saponara.
Poco distante, il secondo gruppo spara all’autista del
magistrato che lo sta aspettando: l’appuntato dei carabinieri
Antioco Deiana muore seduto al posto di guida.
Il magistrato lascia la moglie Paola e i figli Maria Giovanna, Daniela e Massimo. |
(biografia) |
Negli anni ’50 è sostituto Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Cagliari, frequentemente impegnato nelle ragioni dell’accusa in numerosi processi per sequestro di persona.
Procuratore generale della Repubblica di Genova affronta con forza ed integrità il ricatto terroristico delle Brigate Rosse che avevano sequestrato il collega sostituto procuratore della Repubblica Mario Sossi.
Durante il suo sequestro, la Corte d’Assise di Appello di
Genova concede la libertà ad alcuni detenuti subordinandone la
scarcerazione alla condizione di effettiva integrità fisica del
magistrato Sossi. All'atto della liberazione dell'ostaggio si constata
che al magistrato sono state inflitte varie lesioni, tra cui
anche la frattura di una costola. Il dr. Coco impugna di
conseguenza per cassazione l’ordinanza di scarcerazione
ottenendone l’annullamento. |
(rivendicazione,
autori) |
Dopo qualche ora gli omicidi vengono rivendicati a Savona con un volantino dal sedicente gruppo “Nuovi partigiani”. Alla sera di quello stesso giorno una telefonata anonima afferma che il volantino è un falso e attribuisce la paternità della strage alle Brigate Rosse. In aula di Corte d’Assise di Torino dove si sta svolgendo il processo a carico di esponenti delle Brigate Rosse tra cui Curcio, Franceschini e Ferrari, uno degli imputati legge un messaggio di rivendicazione del triplice omicidio. |
(stato
processuale) |
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(status
famigliari) |
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(note) |
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